FLUTTUARE TRA GLI OPPOSTI

Novalis, molto prima di Leopardi, aveva definito la realtà come il risultato di una fluttuazione tra estremi opposti: “ Fluttuare tra estremi che è necessario unire e dividere. Da questo punto di vista della fluttuazione scaturisce ogni realtà, in esso è contenuto tutto, oggetto e soggetto”. La dimensione dell’io, con la sua forza immaginativa, determina gli estremi tra i quali avviene questa fluttuazione. “Questa è un’illusione nell’ambito dell’intelletto comune. Al di fuori di esso è qualcosa di assolutamente reale, poiché il fluttuare, la sua origine, è fonte, mater, di tutta la realtà, la realtà stessa”. Sarà Hölderlin poi a nominare i limiti di questa oscillazione arrivando al superamento della ragione filosofica attraverso il pensiero tragico.

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La tragedia è dismisura, la tragedia è perdita di ogni confine.
La tragedia trasforma la realtà in luoghi di fluttuazione estrema in cui il rapporto tra le cose ed il soggetto si attua nel dissidio continuo.
Ed è proprio in questo stato di estrema ostilità che si realizza l’unica possibilità di riconciliazione tra ciò che non ha forma (la natura) e ciò che invece è eccesso di forma (l’uomo).
In realtà si tratta di un processo che porta la natura verso la forma, senza peraltro che possa risolvere il suo rapporto con l’inorganico e l’illimitato, e di contro, porta l’uomo, colui che ha la forma e la parola, verso l’informe.
È questa una modalità che disloca il pensiero e l’esperienza in uno spazio interstizio tra essere e non essere aprendo ad un orizzonte dentro le cose. Un orizzonte in cui il possibile può divenire ovunque reale.

FLUCTUATING BETWEEN OPPOSITES

A lot earlier than Leopardi, Novalis had defined reality as the result of fluctuations between opposites: “To fluctuate between extremes that it is necessary to unite and separate. All realities result from this idea of fluctuation; it contains everything, both the object and the subject”. The dimension of the self, with all its imaginative strength, determines the extremes between which this fluctuation comes about.
“This is an illusion among the usual intellectual circles. Outside it is something that is absolutely real since the origin of fluctuation is the source and mater of all reality, and reality itself”. It was to be Hölderlin who indicated the limits of this oscillation by overcoming philosophical reasoning with tragic thought.

Untitled(#65)

Tragedy is excess; it is the loss of restraint.
Tragedy transforms reality into an extreme fluctuating place where the relationship between things and the subject becomes a continuous battle.
And it is in this very extremely hostile state that there comes about the only possibility for reconciling what has no form (nature) and what has an excess of form (humanity).
In fact we are dealing with a process that leads nature towards form – without, however, being able to resolve its relationship with what is organic and limitless – and that, on the other hand, leads humankind, with its form and words, towards a state of formlessness.
This is a modality that shifts thought and experience into an interstitial space between being and non-being and that thus becomes receptive to a horizon within things. A horizon within which what is possible can become reality.